Palazzi Padovani  
(di Alessandra Griguolo)  
       
        E' una delle più  belle e meglio conservate strade medioevali di Padova, lungo la quale si  trovavano palazzi e residenze di importanti personalità cittadine. La via è  scandita da bassi portici che si interrompono all'altezza della Casa degli  Specchi 
      Palazzo Buzzacarini n 30  
      L'Archivio  di Stato di Padova attesta nella pergamena n.7713 la presenza il 26 aprile 1276  di Folco Buzzaccarini fu Buzzacarino. I  Buzzaccarini entrarono a far parte del ceto dirigente durante la signoria dei  Carraresi, con i quali erano strettamente imparentati in seguito al matrimonio  tra Fina di Pataro Buzzacarini e Francesco il Vecchio. Furono tra i più strenui  difensori della città durante la guerra che la oppose alla Repubblica di  Venezia tra il 1404 e il 1405. Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco 'il  vecchio' da Carrara, signore di Padova,fu sepolta nel 1378 nel Battistero.Il  palazzo lasciato in eredità alla città dall'artista padovana Augusta de  Buzzacarini (Galastena) oggi è sede del dipartimento di Storia dell'Università  più volte ristrutturato nel corso dei secoli. 
      Palazzo Da Lion n 61 
      Del  XV sec, fu rinnovato in facciata nel 600 dove abitò e morì nel 1443 il capitano  di ventura Erasmo da Narni. Sposato intorno al 1410 con Giacoma di Antonio da  Leonessa, che morirà a Montagnana nel settembre 1466, il Gattamelata fu al  centro di una rete di relazioni familiari e amicali che coinvolsero nomi  illustri dell’Umanesimo veneto, come Ciriaco d’Ancona e Francesco Barbaro, e  insieme uomo legato ai poteri veneziano e fiorentino, al tempo del doge  Francesco Foscari e di Cosimo de’ Medici. Della casa di via del Vescovado,  furono frequentatori docenti universitari, francescani della basilica del  Santo, nobili veneziani coinvolti nel rinnovamento artistico rinascimentale.  Questa cerchia di frequentazioni, e insieme i forti legami familiari della  cerchia dei Gattamelata con i Lion padovani, rendono ragione dell’arrivo di  Donatello a Padova, incaricato di eseguire il monumento.L'armatura di Erasmo da  Narni è custodita nel Museo dell'Arsenale di Venezia mentre il bastone del  comando che la Repubblica veneta gli consegnò nel 1438 in occasione della sua  nomina a capitano generale delle forze venete è conservato, nel tesoro della  basilica del Santo in Padova. 
              Casa degli Specchi n 79 
        Annibale  Maggi da Bassano, vincitore nel 1496 del concorso per la Loggia del Consiglio  nella vicina piazza dei Signori, la eresse quale propria abitazione al  principio del secolo seguente. L'edificio è arretrato rispetto la strada e in  origine per avere maggior risalto era compreso tra due avancorpi di cui oggi  rimane solo il sinistro. 
      In  una polizza d’estimo del 1518, il figlio Antonio dichiara di aver acquistato la  metà della parte posteriore di una casa in contrada San Giovanni per  "grandir et ampliar la caxa del q.m. mio padre ad quela contigua",  senza modifiche radicali all’edificio principale né tantomeno un suo  completamento nella parte posteriore, come si è spesso creduto. La casa in  questione è tuttora esistente, e le grandi finestre laterali oggi tamponate,  prospicienti il giardino della Casa degli Specchi, testimoniano della  comunicazione esistente in passato tra le due costruzioni. 
              Palazzo Cavalli 
        Proseguendo  in direzione del canale che delimita la città medioevale,all'angolo con Via  Concariola si trova il neogotico Palazzo Cavalli che incorpora sul lato  occidentale le mura di epoca comunale. In facciata ha un paio di stemmi dei  cavalli di Venezia antichi e risale al 1500.Dall’elegante facciata arricchita  da fregi in pietra, antica dimora della famiglia Cavalli, fu poi passato ai  Visconti di Modrone. Fu nell’ottocento di proprietà di Ferdinando Cavalli, di  Chiari, ma prima era dei Cavalli veneti. Nell’ingresso principale, il cancello  porta lo stemma, dell'antica famiglia. 
      La strada  si conclude con il ponte di San Giovanni delle Navi, da dove si gode una bella  veduta sul canale e sulla torre dell'osservatorio. Al ponte, già esistente in  età romana e ricostruito nel 1285 era collegato con ogni probabilità un approdo  per le barche da cui ha preso il nome. 
       
             
      
        
       
         
         
         
         
       
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